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Giovanni David

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Giovanni David

Giovanni David, o Davide (Napoli, 15 settembre 1790San Pietroburgo, 1864), è stato un tenore italiano, particolarmente famoso per i suoi ruoli nelle opere di Rossini.

Figlio di Giacomo, studiò sotto la guida del padre ed esordì al suo fianco, a Siena, nel 1808, nell'Adelaide di Guesclino di Giovanni Simone Mayr, e si esibì successivamente al Teatro Imperiale (ex Regio) di Torino e alla Scala di Milano, dove ebbe il suo primo incontro con Rossini, creando, nel 1814, il ruolo di Narciso nella prima rappresentazione de Il turco in Italia. Scritturato successivamente da Domenico Barbaja per i Regi Teatri[1] di Napoli, egli rimase in tale città fino al 1822, diventando uno dei cantanti preferiti da Rossini, il quale lo fece partecipare a molte delle sue produzioni (nelle opere Otello, Ricciardo e Zoraide, Ermione, La donna del lago, Zelmira e nella cantata Le nozze di Teti e di Peleo del 1816).

Giovanni David nei panni di Ilo dalla Zelmira di Rossini (Vienna, 1822)

A Napoli David si esibì anche in opere di altri compositori contemporanei come Mayr, Paër e Carafa, oltre che in riprese di precedenti lavori rossiniani (La gazza ladra, Matilde di Shabran). Fu quindi a Vienna, Roma, di nuovo a Napoli per tre anni estendendo il suo repertorio a Mercadante, e poi a Milano, dove abbe alterne fortune, per l'iniziale declino della voce, ma raggiunse comunque il successo soprattutto nella prima rappresentazione de Gli arabi nelle Gallie di Giovanni Pacini (1826 - Agobar). Egli creò inoltre i ruoli di Fernando nell'edizione ampiamente rimaneggiata, per il Teatro Carlo Felice di Genova, della Bianca e Fernando di Bellini nel 1828, e di Leicester nell'Elisabetta al castello di Kenilworth di Donizetti nel 1829. Il suo assetto vocale dava però, oramai, segni preoccupanti di logoramento e la sua carriera successiva, a Londra, Parigi, di nuovo a Napoli, oltre che in teatri minori, fu costellata di successi, ma anche, sempre più, di battute d'arresto.

Nel 1840 aprì una scuola di canto a Napoli, per trasferirsi quindi, dopo alcuni anni e una permanenza a Vienna, definitivamente a Pietroburgo dove fu direttore di scena all'Opera Italiana e dove si spense nel 1864.[2]

Caratteristiche artistiche

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Giovanni David rappresenta il prototipo del tenore contraltino rossiniano, acutissimo, brillante e acrobata, ma in grado di affrontare anche melodie elegiache, come nell'aria "Ah, come mai non senti ..." dell'Otello[3]. La sua estensione era estremamente ampia, arrivando sicuramente al fa4, ma essendo in grado, secondo alcuni, di raggiungere perfino il la nella stessa ottava (note che comunque, a partire dal la3, egli eseguiva, come d'uso nel suo tempo, in falsettone o anche addirittura in falsetto, provocando talvolta l'insofferenza del pubblico)[4]. Capace di mirabolanti spericolatezze vocali, David fu un inesauribile improvvisatore in grado di "scegliere passaggi e fiorettature [sempre] in carattere con il brano cantato e con il momento scenico" e di "eseguirli con espressione adeguata"[5]. Egli non possedeva invece, nemmeno nella fase più fulgida della sua carriera, la pienezza di voce e l'omogeneità del suono che avevano caratterizzato suo padre[4]. Non solo, ma aveva anche forse problemi di volume se, come ebbe modo di notare il suo grande ammiratore[5] Stendhal, cantare in un teatro grande come il San Carlo sembrava tendere ad affaticarlo[4]. David rappresentò quindi, per un verso, il progenitore dei moderni tenori di grazia, per l'altro, l'antesignano del tenore contraltino romantico che avrebbe trovato in Giovanni Battista Rubini il suo campione: il Fernando di Vincenzo Bellini di Genova del 1828 rappresenta proprio, si potrebbe dire, il momento visibile di passaggio tra le due tipologie vocali[4].

Fatto oggetto ai suoi tempi di grandi entusiasmi, ma anche di critiche e insoddisfazioni, David resta pur tuttavia insuperato per le sue capacità virtuosistiche e per il suo possesso di una coloratura assolutamente impeccabile e mirabolante, che ha reso per decenni le parti scritte per lui da Rossini quasi impossibili da eseguire per i tenori moderni[6], almeno fino all'avvento della nuova leva belcantista a partire dall'ultimo quarto del XX secolo.

Giovanni David nei panni di Agobar da Gli arabi nelle Gallie di Pacini
(olio su tela di Francesco Hayez)
  1. ^ Barbaja gestiva sia il Teatro San Carlo che il Teatro del Fondo.
  2. ^ per tutta la vicenda biografica, cfr. Grande enciclopedia ..., vol. 2, ad nomen, pagg. 334/335
  3. ^ Celletti, pag. 167
  4. ^ a b c d Grande enciclopedia ..., ibidem
  5. ^ a b Celletti, pagg. 185/186
  6. ^ Celletti, pag. 184
  • Giorgio Appolonia, Il dolce suono mi colpì di sua voce, Centro Studi Valle Imagna, 2010
  • Giorgio Appolonia, Le voci di Rossini, EDA Edizioni, Torino, 1992, pp. 252-268
  • Rodolfo Celletti, Storia del belcanto, Discanto Edizioni, Fiesole, 1983
  • Salvatore Caruselli (a cura di), Grande enciclopedia della musica lirica, Longanesi &C. Periodici S.p.A., Roma

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